“La musica per i videogiochi” si studia al Conservatorio di Santa Cecilia

Musica per videogiochi

In partenza il master, nato in collaborazione con l’AIV, che prepara i giovani compositori a farsi spazio in questo nuovo mercato

La musica per i videogiochi è un mercato in forte crescita, anche per il ruolo che svolge: trasmette e accompagna le emozioni, le stimola, le potenzia, accentua il lavoro del game designer, crea atmosfera. Maurizio Gabrieli, è uno degli autori del nostro Magazine e insegna composizione al Conservatorio di Santa Cecilia, il primo in Europa ad aver istituito un master dedicato alla “Musica per i videogiochi”. E’ sicuramente una delle persone più autorevoli, con cui affrontare il tema della musica applicata alla gamification.

Perché un ragazzo che suona e compone musica, oggi dovrebbe vedere il proprio futuro lavorativo e professionale, in questa dimensione del videogioco?
“Non è semplice per un compositore trovare lavoro fuori da un concerto e i concerti sono sempre di meno. Oggi i settori più richiesti, dove si lavora e compone musica, sono il cinema, la pubblicità e il nuovo spazio del videogioco, applicato in tanti settori. Molti giovani lavorano in questo nuovo mercato e riescono a vivere del proprio lavoro. Anche perché a differenza del concerto, nel campo della musica applicata si può lavorare anche a distanza, da remoto. Puoi comporre musica stando in Italia, per un progetto all’estero e le nuove tecnologie facilitano sicuramente i contatti e quindi le possibilità di lavoro”.

Com’è nata l’idea del master?
“Io personalmente ero stanco di vedere tanti miei studenti tornare a casa, dopo anni di studi al Conservatorio, non avere sbocchi legati al mercato e ridursi a suonare in locali della propria zona. Mentre dall’altra parte, vedevo crescere lo spazio del videogioco e l’importanza della musica in questo nuovo mezzo di comunicazione. In questo clima, è nata l’idea di istituire un master specializzato nella musica per i videogiochi, il primo nato in Europa, con la collaborazione tra il Conservatorio di Santa Cecilia e l’AIV, l’Accademia Italiana per il Videogioco, che fa da supporto per tutta la parte tecnica”.

Che requisiti deve avere chi vuole partecipare al master e diventare compositore per videogiochi?
“E’ un master di primo livello, non è necessario essere già un compositore di musica, venire da un conservatorio, serve una semplice laurea triennale di qualsiasi facoltà, anche in settori totalmente diversi. Basta avere una base musicale, anche minima, perché nella composizione di questo tipo, servono attitudini anche diverse. Non sempre il compositore puro infatti, si rivela il più adatto a questa elasticità”.

Quanto dura il corso e che tipo di frequenza richiede?
“ Il corso è annuale, la frequenza è obbligatoria, ma concentrata nel fine settimana, 16 ore settimanali, il venerdì e il sabato. Sono previste due sessioni di esame, ogni sei mesi c’è la prova e poi il diploma di master finale. All’interno del corso sono previsti 4 seminari, tra cui anche quello in collaborazione con Francesco Lutrario, coordinatore del Gamification lab Sapienza. Alla fine del percorso ogni studente oltre a frequentare stage, ha la possibilità di registrare un suo brano di 3 minuti, con l’orchestra del Conservatorio di Santa Cecilia”.

La musica ha un potere molto forte all’interno del videogioco, nella gamification questo ruolo viene ulteriormente potenziato, che rapporto c’è tra musica e videogioco?
“La musica per sua natura si sintonizza con gli stati emotivi e psicologici delle persone e quindi ha la capacità di plasmare e stimolare l’azionamento del giocatore nella gamification. A differenza del cinema o altri settori della musica applicata, la composizione della musica per il videogioco perde la linearità. Il compositore rinuncia ad un suo testo compiuto dall’inizio alla fine. La stessa musica, con le nuove tecnologie, cambia ritmo e tempi, ad esempio in base al pericolo o l’euforia all’interno del gioco, tramite passaggi in cui determinante è il giocatore. Come un direttore d’orchestra, l’utente determina i passaggi musicali in base alla sua capacità di giocare e questo è molto interessante. La non linearità della musica crea una composizione musicale che può assumere il passo del giocatore e che si dirama tramite le nuove tecnologie, come un labirinto”.

Quale aspetto del cambiamento trova veramente interessante in questo passaggio storico del linguaggio musicale?
“Se da una parte il compositore rinuncia ad un brano tutto suo, anche la musica entra in sinergia con la visione dello storytelling del gioco, ma questa maggiore complessità nella trama della composizione musicale, la rende più coinvolgente. Inoltre trovo interessante un richiamo forte al passato, al ruolo del compositore artigiano svolto fino al 700’. Con le nuove tecnologie e il videogioco, si riprende un discorso interrotto nel passato, per guardare al futuro”.


Sito Conservatorio Santa Cecilia http://www.conservatoriosantacecilia.it/master/

Delfina Santoro
Giornalista professionista, cura progetti editoriali per Crowdbooks, applicando il gioco nell’edizione dei libri e occupandosi dello sviluppo della piattaforma digitale. E’ referente sulla gamification per il Goethe Institute di Roma. Cura in Italia il progetto europeo Eu Labourgames che coinvolge anche Olanda, Germania e Grecia. Ha maturato un approccio alla comunicazione a 360°. Fa parte dell’Associazione Nazionale Filmaker Italiani con cui partecipa alla realizzazione di video e cortometraggi, tra cui “Nata viva” che ha vinto il primo premio al festival di Capodarco. All’interno dell’Associazione, ha fondato, con altri, il gruppo “datamaker” per la comunicazione visiva dei dati, occupandosi di regia, storytelling e ricerca dati. E’ stata nel direttivo del gruppo “docmaker” di Stampa Romana. Dopo un percorso giornalistico tradizionale, sulla carta stampata, dove ha seguito temi legati all’Europa e all’attualità, oltre a maturare una significativa gavetta sulla cronaca, per il giornale free press E Polis, è passata al digitale. Qui, oltre ad una formazione di tipo cineasta, si è specializzata in data visualization e ha appreso le tecniche della traduzione della comunicazione visiva in infografica. La lavorato alla ricerca dati per il lancio di diverse start up innovative, come Filo e kpi6 presso la Luiss Enlabs. Sulla piattaforma di Kpi6 ha sperimentato l’uso dell’algoritmo nei social: Facebook e Twitter, realizzando articoli per il blog aziendale.

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